La mostra segue Renzo Bergamo nei periodi che scandirono la sua vita di artista; dopo un primo periodo giovanile e una fase "arcaica", più strettamente figurativi, a partire dagli anni '60 Bergamo si è concentrato sul rapporto che da allora segnerà tutta la sua vita artistica, quello tra l'Arte e la Scienza. 


Il percorso espositivo prende pertanto l'avvio con le opere del periodo dei Concetti Cosmici, che coincide con il suo arrivo a Milano negli anni '60. Pochi colori e semplicità di forme dedicate alla creazione di un compendio visivo della genesi delle Galassie. 


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Segue a questo l’imponente studio sull’energia e sulla materia che occuparono Renzo Bergamo per tutti gli anni ‘70, periodo chiamato Astrarte. Il tratto di Bergamo è uno di quei tratti che sa rendere situazioni che noi siamo portati a riconoscere, ad esempio, in alcune lastre della fisica atomica, oppure quando vediamo una “fotografia” di uno stato più antico dell’Universo rispetto a quello in cui noi siamo collocati come spettatori coscienti (Giulio Giorello).


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Negli anni ‘80 Renzo Bergamo prosegue le sue sperimentazioni, dà sfogo a ricerche di colore, crea una geometria di sogno. Di questo periodo di transizione fanno parte alcune opere che saranno poi oggetto nel 1994 di una mostra personale a titolo Immagine e somiglianza - nome che rimane simbolo dell’intero periodo.


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Nel 1985 Bergamo si trasferisce in Sardegna e inizia il periodo più fondamentale del suo percorso pittorico, chiamato Estetica del Caos. Un decennio da cui prendono forma una serie di opere sulla ciclicità del divenire nel Cosmo, dove la luce si confonde con la materia, la geometria con l’energia, il tempo con lo spazio, il colore con la sua rappresentazione, la matematica con la fisica. Una sorta di danza Cosmica con la quale il fenomeno del Caos crea un Universo sempre in divenire.


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L’ultimo capitolo della sua vita vede Renzo Bergamo inizare una sperimentazione che riprende il linguaggio primordiale del segno grafico, che lo porta a tracciare una complessa grammatica dell’Universo, creando un alfabeto segnico, frutto delle sue riflessioni su nodi e stringhe cosmiche. Interessatosi al fenomeno della radioattività, inizia una serie di opere più “materiche” che chiama Archeologia Cosmica.

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